La poesia di Biagio Cepollaro

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Dopo tre anni

 

 

perché le parole non siano ancora

solo parole

 

perché il tempo destinato ogni giorno

non sia ancora il tempo

 

in cui sia poco

il realizzato e perché cambino davvero

 

anche il modo e la motivazione

di dirlo

 

perché dal risveglio alle prime avvisaglie

del sonno una sola sia

la naturale propensione

 

 

lo dicevo a giulia ieri

al cinese

quest’anno è passato leggero

leggero come vorrei

la morte fosse appunto

 

passaggio

 

ad altra leggerezza

 

                        quest’anno ha qualcosa del cielo

 

e dunque

al dunque si tratta

ancora della capacità

di amare

 

(e dimenticare)

 

                        e davvero non c’era nulla

da portare

sulla soglia

a dimostrazione che qualcosa c’era stato

o come si dice qualcosa

abbiamo fatto e costruito e non siamo

passati invano

 

l’inganno è in quell’intendere

il passare

(cosa passa cosa no quando poi

si sa che tutto ma proprio tutto

passa

se mai la domanda è chi

 e come

e in mezzo a che

passa)

 

 

di più c’è consapevolezza

del male 

                         (ma non ancora

                                            accettazione)

 

perché gli atti bruciano

come carcasse

di passate intenzioni e cadono

giù

a ferraglia

 

                                                   

si compie oggi ciò che un passato

lungo quanto l’occhio con disattenzione

e arroganza ha preparato

e non solo la personale cecità

che ha chiamato proprio

destino

la banale chiusura

del cuore

ma anche l’iscrizione

nel cuore

della cellula

di ciò che la specie e il gruppo

hanno costruito e distrutto nella paura

e nell’allucinazione

 

 

 

**

 

quest’anno ha qualcosa del cielo

e non perché sia stato volo

e luce

 

(come ieri che ero uscito

per prendere aria e sono rientrato

subito

per incidente sotto

casa e oggi

mi telefona sorella del motociclista

in coma

chiedendo se ho visto

di chi è la colpa)

 

 

                           si passa la vita a non pensare

                           che la vita finisce

 

e quel mancato pensiero

indurisce il cuore

e fa moltiplicare i codici

che separano ridicole 

le cose

dalle parole

 

                                    quest’anno ha qualcosa del cielo

 

(deve esserci peso

anche nell’aria

o anche terra che fa cielo

e luce dentro la terra)

 

 

(lo dicevo stretto stretto

via e-mail a giuliano: non si tratta

di assistere

al naufragio: è che i topi

sul vascello

non possono dare senso

alla storia

ma tenersi stretti

mentre rotolano nel buio

e nel fragore

passarsi un brivido da pelle

a lucida pelle

prima del tonfo

questo si, questo è per ognuno

possibile)

 

 

 

***

 

(dopo tre anni la voce

è ancora troppo grossa

 

e il blababla oscura

la mancata estromissione

 

di orgoglio

 e vanagloria)

 

 

                         perché le parole non siano ancora

solo parole

 

                        perché vi sia fervore

e nell’ordinario devozione

 

 

e qui s’interrompe stesura di poesia

perché anche speranza vuole concretezza e la più alta

aspirazione per noi e per gli altri che conosciamo o che possiamo

solo immaginare in carne

e affanno

deve avere realismo

 

che non è volare basso ma aver mostrato

senza esibizione che la pace chiesta per gli altri

siano giorni

per sé

e non per esempio come ieri al parco

alla signora che si lamentava dell’ingratitudine

altrui senza gentilezza

dirle che sua disponibilità

ai casi altrui non era autentica

 

intanto parliamo per rassicurarci come diceva giulia

e si scrive anche una parola che non si è

o non si è ancora

 

e le si gira

intorno come se da parola venisse

significazione

 

e non da qualità dell’intenzione

 

 

 

come se da parola venisse

significazione

 

e non da qualità

dell’intenzione

 

perché le parole non siano ancora

solo parole

 

perché vi sia fervore

e nell’ordinario devozione

 

perché dal risveglio alle prime avvisaglie

del sonno una sola

 

sia la naturale propensione

 

perché la voce si assottigli

 

perché le parole non siano ancora

solo parole

 

continua la poesia

 continuala pure

senza parole

                           

                                                                              2001

 

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