La poesia di Biagio Cepollaro
|
da
quella materia (la voco la metto distante)
vivente che un giorno d’af fanno
(si nuotava o chiamati a raccolta in
gran massa) le code moventi o notte lacerando
in esultanza di muscolo (oh dentro
che si disfa ed è si mostra abbraccia)
da lì troppo vile per saperla in
me (me) e spingerla fuori in una decisione
di aperto lo
stento d’un
pensiero non maturo non corporeo ancora
puntellato sull’eco ancora fatuo non
ancora (né ora) individuo e di specie derivato
e saputo ((pensiero di fiume e
detrito che scava ed è (diventa) il
suo letto da una lunga memoria di
assalti rapine rincorse e ferite (quelli
schiacciati riversi bocconi esalanti
(chissà il cielo chissà i
satelliti per quelli esalati) e l’acqua
stupidamente dolce nell’aspetto stupido
di chi c’ha rimesso)) ancora disincarnato
a fronte di quell’avanzare di
code di sperma di acidi di ovuli da
quella materia di stenti di
aperto che
stento ad animare in pronome (chiamati
a raccolta in gran massa) apparvero
i nonni e il segno comune di
ogni inizio e fine e mutando in
esultanza di muscolo la lentezza del
pensiero più tardi sfociato
(Della
pellicola del paesaggio) che
posso se voglio fermare in
fotogramma o fare andare ma
rappreso d’attrito compreso di forza aizzato
fonico-filtrato allitterando sgominando
a strati il paesaggio forando spio
il cosmo inbuio
il fondo della generazione m’incanalo
radiando in quell’assoluto freddo
per scendere e sciogliere poi in
quel tepore in
quell’annuncio di specie speme forando
la pellicola del paesaggio in
un punto fermato il fotogramma spargendo
la panna del desìo sulla
carne da ora individua carne
frammentata e dispoglia ca
in sé distingue e convoglia ‘nmezzo
a na materia non viva ma
brulicante ma scivolante in
plastica-griffa in cocco in
teneriffa sta cosa sbircia fa
breccia s’intana in me ca
la smonto e sbullono ne
faccio una pizza una fresca camella
all’incasso l’ammacco ne
combino sberleffo a poiesi in
absentia in imago mundi orbita
e s’adagia il paesaggio ca
lo sgonfio lo buco l’affloscio in
chel tepòr in chel sgumènt tusmòss
che pote la specie
|