La poesia di Biagio Cepollaro

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Una parola per chiudere.

 

A conclusione del lavoro mi sono accorto di quanto questo libro, nato da anni di relativo isolamento, sia intessuto di frasi di amici, al punto di aver bisogno di dirne qualcosa, dar qualche notizia su di loro, sulle loro attività, quasi come in una bibliografia ragionata...Ma poi come accade nell’amicizia, queste cose non hanno importanza, ci si stringe la mano, ci si abbraccia, ci si augura di rivedersi presto...Ecco, a conclusione del lavoro, mi son detto: ‘questo è un libro di amicizia e devozione’ e poi: ‘è un libro sul tempo’. Più semplicemente: è un libro che ho sentito di scrivere a quarant’anni, che per me hanno significato un passaggio in direzione dell’umiltà, dell’accettazione dei limiti, del bisogno di non perdere altro tempo e di cercare davvero di fare bene...Forse si è trattato del passaggio dal ‘poema sulla natura’ che fu la trilogia De requie et natura, ad un poema sulla mente, sulle sue illusioni e sulle sue aperture...Si è trattato comunque di scrivere solo delle parole che forse un po’ appartengono al cammino e il cammino richiede ben altro che parole...Sento, infine, di ringraziare, ogni voce che in questi anni ho udita, ogni viso che ho incrociato, ogni apertura di cuore di chi mi era intorno, anche solo per la durata di un pensiero e l’aria fredda e secca del mattino all’uscita da casa....

                                                                                   Biagio Cepollaro,  Milano, agosto 2001

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