La poesia di Biagio Cepollaro
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Nel
mezzo della fine del millennio 1. nel
mezzo del camminamento più vicina risorge la vocazione all’universale
scanno scanno naturale casa per villa accento per
accento scanno contabile fervido e commerciale scanno scanno
condominiale scanno rionale fervido e trasversale scanno
grandine e massacro che ha il suo g di gravità e scende dritto
al centro della torta al centro della palla in avaria innaffiata
e poi sommersa dall’acqua di mare dalle fogne tracimate e
dagli spruzzi di letame con grandi zolle di terra in continenti alla
deriva
a dispetto di prigogine che disse non esiste se non in sogno la
traiettoria di keplero che l’aleatorio nostro detto caso è
ancora teologia perché sotto dentro alle più piccole parti della
grande palla propriamente non c’è che improvviso di
jazz e palline improvviso di onde e fluttuazioni impreviste confusioni
di un agire alle spalle dell’occhio un complotto e
che forse non
c’è stato neanche il gran botto dell’inizio all’inizio della lunga
fine ma solo un gran vuoto pieno di tempo una sola grande latenza 2. nel
mezzo nel mezzo del camminamento o cresta a reggersi nel
mezzo con l’ottima collezione di pipe con la giornata dell’impazienza
e dell’ingorgo ormonale col tempo e col part-time facendo
i conti con le cose le scuse misurando conguagli
spett. anze
dilazioni rateizzando attese e sdegni invocazioni scambiando coltelli
con agnelli ricavandone piccoli spazi spazietti nei forni tra
gli stipiti segando le porte e i posti gli infissi gli altoforni chiudendo
conti e sconti comparando s.m.a. e gi.esse. le due per tre doppiando
le file i carrelli doppiando le file ai libri ai cancelli e
alle camicie non doppiando però i figli piuttosto gatti conigli avanzamenti
di status e coitus velocizzando
rallentando l’exitus sommati
tutti i bonus a volo presi tutti i bus
mandati i fax e
senza neanche il gran botto dell’inizio all’inizio della lunga fine ma
solo un gran vuoto pieno di tempo
una sola grande latenza
nel mezzo del camminamento ben riprodotto in varietà di sperma e
ovulo in trionfo genetico con l’esattezza del codice letto bene
con la citosina al suo posto e l’elica insomma
fuori piuttosto
bella la bimba e dopo un po’ su due gambe semoventi nel
mezzo di un telematico orrore di un’apparente variatio del
mondo che fa il vero variopinta glossa del comando 3.
nel mezzo d’una selva
che non è più chiara né più scura
nel mezzo di un generale disboscamento
con l’occhio uguale al visibile col
visibile sparito
con l’orecchio uguale all’udibile
con l’inaudito a fior di pelle
col sesso uguale al piacere con l'amore uguale ad un rinvio
con l’occhio uguale al visibile
tracciando un segno proprio nel mezzo nel
mezzo nel mezzo a rimestar che m’è dolce in queste carte a
rimettere in circolo la poltiglia ad antennar oltre la siepe delle
sigle e dei neon oltre gli input e i cartelli zoppas oltre
il cavalcavia con lingua sensoria agli impasti a far da
sponda ai proiettili a contar dai buchi l’orografia dei luoghi la
contaminazione della fauna e dei fardelli e tutto questo in
absentia dei lectori lectori illiberi in illiberi mercati dai
miei sessanta metri da picciola finestra barca o quadri non
per mare la picciola o per fiume barca che ristagna in lago o
pozza che piuttosto rumoreggia sul bordo dei detti all’aere mandando
non più d’un borbottio o sfavillio a piè del bosco o
che rimane del foglia
rosicchiata e calciata in lattina coca
dell’ignoto nel generale disboscamento
nel privativo
tempo e acquisitivo
disertivo tracciando un segno
proprio nel mezzo ma
consegnando comunque lo scontrino sine equivoco noi diremo si,
l’abbiam fatta l’intima nostra e pubblica consumazione
1993-1994
Per
moti di dire
un moto a dire un
moto a dire è sempre l’inizio del verso ma
ora che ovunque è perso il mondo a dire scrive
lo scriba per moti di fatto moti cioè dal
gran mondo di dire sparsi e ridotti a nulla o
fatti è
moto di fatto la rivolta anche se incerta resta
e locale anche se cieca o umorale è
moto a dire la tua passione che fa del moto nuovo
stile e al chiaro punta tra lo sgomento realistico
è così quel moto a dire che s’apparta dall’unico
racconto e dal telemondo che il
mondo sotto
modi di dire i suoi moti di fatto ha seppellito per moti di dire per
moti di dire per mondi sfatati sfrontatamente fri abili
ai cinque sensi perduti ai programmi ai compromessi per
moti avvelenanti e nubi tossiche aleggianti fetide sull’europa
immoti cubi di debiti sugli alti tassi e modi per
ammortizzare i costi con triplicati orari con turni festivi
e con straordinarie cancrene in organici e venti con
abbassamenti di coste e allagamenti con friabile dighe nei
diritti negli elementi con trasformazioni di vene in vane vele
di rendite finanziarie vele incolumi elusive procellarie mentre
da casa in isolatissimi isolati si fanno ordini elenchi commissioni
ed inventari e così accordari spostari di capitali si
fanno così anche telematici solitari e tristi amari immoti per incontri lussuosi per
incontri lussuosi lodando gli elfi gli enfiati pronti
a bucarsi
i conti sulle punta delle dita i fertilissimi
frati disseminanti
tra gli ovuli tra gli scampati tra contorti conti
della sproporzione tra l’infima terra macerata e
dissolta in appositi vasi
nominati e l’altra più vasta porzione
che sotterra i suoi quando può
sennò lascia all’aria
il suo fetore all’aria il suo commercio povero
di missili gloriosi di trafugate testate finchè odoroso
l’olezzo si
sparge per mondi di dire per
mondi di dire oggi accatastati in onda lievemente variati
stockati rifilati a trecce a bande culminanti
in differita vendita in ventagli di tracciati nella
notte lucciole e contraerea per
mondi aerei globali ridotti a solo puzzo di ascella in
mezzo a piscio e a vermi su questi mondi tenerelli galleggianti
sui fiumi accanto ai morti i salvagente per moti di dire finché
per
moti di dire finchè diremo l’essenziale a
partire dal basso dal sotto dallo scotto del
fatto che dicono natura lo scambio solo in
forma di mercato e che ciò sia un dato come
lo scoppio di aneurisma o l’ineluttabile del
vulcano-cielo del sempre-stato da sempre avvenire
e passato per incontri lussuriosi per
incontri lussuriosi tentando con le calze di fare affronto
di scontare lo scarso rendimento o l’impiccio del
cuore la ridda al super mercato quando perde ogni potere
l’acquisto e si fa stanco lo svuotamento nostro serale per
incontri lussuriosi che siano argine all’inflazione veleggiante
e oasi e ologramma nel ripetersi del programma in
cui ogni lavoratore trova il suo prodotto di fronte a
sé come estraneo e per questo ci dà contro per questo ci
dà sotto chiudiamo il contatto chiudiamo
il contatto che appesi restino e muti che
pendolino stesi finalmente e muti franiamo
una volta per tutte il contratto dicendo
un conto è la forma del patto altro
è sostanza l’abbondanza
oggi affama perciò facendola chiara
chi ci guadagna non lavora chi bilica svidea
e sgrama per moti di fatto a
sorpresa a sondaggio per voti e cani all’arrembaggio ma
cani grossi e motivati per cani sciolti e
arrabbiati facciamoli
i moti finchè
a conti e a moti fatti opposti ai cani mondi
nuovi verranno a dire i nuovi fatti
1995 |