La poesia di Biagio Cepollaro

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La Redazione di Baldus: Biagio Cepollaro (a sinistra), Mariano Baino (al centro), Lello Voce (a destra). Pausa- pranzo durante i lavori del Gruppo93, Università di Siena 28,29 febbraio1992.

Ho scelto questa foto perché il lavoro delle riviste, al di là delle interminabili discussioni, al di là delle rivalità, al di là della seriosità che accompagnava l'egocentrico affermarsi delle idee, era poi, per fortuna, per noi, soprattutto un modo per stare insieme...

La scelta delle riviste Symbola, Altri termini, Baldus, dipende da una sorta di scansione temporale del percorso letterario: dal primo lavoro intorno alla funzione 'conoscitiva' della poesia, come ci ripetevamo nelle riunioni di redazione di Symbola nel 1984, alla prima collaborazione tra Mariano Baino, Lello Voce e me nella redazione di Altri termini (continuando un fitto scambio con Giuliano Mesa che sarebbe durato oltre Baldus).

E proprio in Altri Termini di Napoli, diretta da Franco Cavallo, tra l'85 e l'89 si è andato formando il nucleo di idee che confluiranno poi in Baldus. A cominciare dalla riflessione sulle avanguardie degli anni '60 e '70, dall'articolazione della polemica con la poesia neoromantica di quegli anni, fino al denso discutere sui nostri testi...

La storia di Baldus, tra il 1990 e il 1996, per buona parte si è intrecciata alla storia del Gruppo93, raccogliendo le relazioni ai convegni, pubblicando i testi degli autori, tratteggiando una possibile fisionomia della ricerca poetica in epoca postmoderna. A tal proposito la categoria di 'postmoderno critico' segnalava sia la necessità di superare l'accademia del moderno, sia la riduzione dell'arte a decorazione nella cornice massmediale degli anni 80 e della prima metà degli anni'90.

Ma Baldus fu anche un modo per contribuire ad aprire la ricerca alla poesia non italiana, tentando di tracciare delle affinità di percorso e, nello stesso tempo, di sottolineare come la poesia dialettale italiana fosse una risorsa per la sperimentazione. Alcune tecniche e tematiche ricorrenti presso di noi, come il pastiche, l'idioletto, la centralità del 'volume sonoro' della poesia, della sua 'oratura', il mistilinguismo, il citazionismo, furono i filtri attraverso i quali la rivista andava arricchendosi di contributi, provando a saldare la filologia con l'azzardo testuale e teorico...