La poesia e l'arte di Biagio Cepollaro
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la prosa
Nota dell'autore Cercando di capire che cosa sia accaduto nella “Notte dei botti”, un’umanità slabbrata e paradossale è costretta dalle autorità nello spazio chiuso di un autogrill che diventa un girone infernale postmoderno. La scrittura visionaria di un grande autore, tra Ballard e Gadda, un romanzo profetico sulla notte della Repubblica, scritto più di trent’anni fa, che resta profetico anche mentre vediamo quelle previsioni avverarsi.
Giorgio Mascitelli “La notte dei botti, prima felice incursione di Biagio Cepollaro nella narrativa, si apre con l’immagine di un personaggio che pedala in fuga sul’autostrada cercando di raggiungere dei non meglio precisati resistenti: è un’immagine di rara potenza allegorica che parla dei nostri anni e introduce questo romanzo in cui la ragion poetica ci serve da guida per solcare la notte della ragione."
“E se pure ci sono davvero questi Resistenti, come dicono, in cima all’autostrada, cosa potranno fare costoro?” È questa la domanda che ritorna capitolo dopo capitolo nonostante i terribili eventi in cui la città sta precipitando. È la Notte dei Botti o secondo alcuni della Libera Espressione a far saltare ogni equilibrio, a scatenare ogni forma di violenza, dove il male non è mai banale nemmeno quando si consuma tra i piani di un condominio e ancor meno nell’autogrill in autostrada in cui la popolazione è stata trascinata e rinchiusa come negli stadi durante le dittature latinoamericane. Tirabuoni svelerà i piani della Grande Organizzazione? Un numero impressionante di personaggi, sostanzialmente divisi tra resistenti e collabò, nutre un paesaggio dove i pensieri e i sogni, i deliri e le allucinazioni si sovrappongono, fino a spiazzare il lettore, l’osservatore dei fatti. La lingua incalza, s’incarna, la lettera diventa corpo e trascina ogni cosa come un fiume in piena, un viaggio davvero al termine della notte. La grande burocrazia con le sue parole d’ordine, i grandi accertamenti, si vuole impadronire di ogni centimetro di esistenza dei cittadini e lo fa scatenando l’odio tra i luoghi antagonisti come il Centro di Monno, di Nanna, di Singa, le librerie di quartiere e i legittimi abitanti, gli amministratori, i proprietari degli isolati. Ognuno rivendica la propria utopia: dell’ amor commune e del far casa appartata e del Gran Corpo. L’autogrill è il luogo dove si sta celebrando la grande festa, lo spettacolo dei grandi acquisti all’ennesima potenza quello che vede alla fine la disparizione di merci e consumatori. Scriba, in sella a una bicicletta e storto rispetto al corso degli eventi riesce a restare lucido insieme a pochi altri mentre gli elicotteri sovrastano i cieli e fanno tremare i vetri e la gente stipata negli angoli dell’edificio. “La lucidità è sentire, annusare, toccare... “ancora. “Ma i Resistenti capiranno la lingua obliqua dei sogni? Perché la Notte dei Botti è una notte obliqua che obliquamente persuade e obliquamente uccide... “ (Francesco Forlani)
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