La poesia di Biagio Cepollaro

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La poesia : Vale (testo integrale inedito)

dedicato ai ragazzi tra i quindici e i diciotto anni

a mia figlia Bianca

e alle Vale che mi hanno offerto consigli con acutezza e sollecitudine: Claudia,Giulia,

Martina e Valentina.

 

INDICE

Amicizia

Bellezza

Felicità

Futuro

Ingiustizia

Io son così

Male d’amore

Miei

Novecento

Poesia

Rivolta

Sapere

Vita,dopo

 

Amicizia

*

l’amico, Vale, non è solo il presente

da incendiare ma è anche memoria

che cresce, ricordo di cui ti puoi fidare…

e raccontando di te non lasci a lui

una confidenza ma un pegno di fedeltà

a ciò che nel tempo sarai…l’amico

abbraccia per noi passato e futuro

e nei suoi occhi torneremo, anche

a distanza, a sentirci come allora, interi.

 

*

dopo  tutti gli incontri, tra pioggia, sole

cocente e burrasca –se non di peggio-

restano nei cassetti tracce di amici,

cartoline di auguri, agende coi numeri

cambiati, traslochi, da città spariti

e ricomparsi dopo anni in altri

paesi, dall’altra parte

del mondo e dopo anni a chiedersi:

‘avremo ancora qualcosa

da dirci?’ o lo schianto, rivedendosi:

‘ cosa, ma cosa, sei diventato…’

 

 *

se non fosse per la Simo non c’avrei

un cane per parlare: le altre intorno

ti girano quando le cose vanno bene

ma se sto male le vedo migrare

come uccelli dall’albero al colpo

di fucile: la Simo no, comunque

resta: ascolta, freme, tutto capisce.

 

 

 *

solo della Simo mi posso fidare, le altre

invidiose fanno salti di gioia a vedermi

soffrire…In piazza ti fanno capire

che sono dalla tua parte, ma appena

ti volti,  alla schiena ti arriva il pugnale…


 

 

*

l’amico col solo fatto di essere com’è

ci dice che non abbiamo sbagliato nulla

che si può stare al mondo –e bene- così.

 

 *

a lei non ci sarà bisogno

di raccontar tutta la storia

se n’è accorta subito

dalla tua voce al citofono

che qualcosa non andava

 

di certo avrà pensato:

casini con lui o i suoi.

 

*

la Sara ti segue ché con te

si sente più figa

e in piazza con tutti se la tira

 

la Simo intanto lascia fare

ti guarda e ride:

un’occhiata la farebbe sparire.

 

*

non è solo il cd che vi scambiate

o la risata flic e floc che fate:

è un-non-so-che il perché vi amate.

 

 *

la Sara ti ha fatto proprio

incazzare: poteva dirlo

a te direttamente

che non le andavi

a genio e invece te l’ha fatto

dire alla Claudia

che a dirlo un po’ ci godeva.

 

*

non sono neanche cattivi: è che la vita

è troppo nuova anche per loro che è

come se non fossi arrivata e neanche

si accorgono di te tutti presi da sé

manco tu fossi fatta di specchi e aria.

 

*

ora tocca alla Simo di là con la Claudia

a dirsi e a ridirsi del gruppo che c’è

che non c’è che ognuno alla fine

si fa i fatti i suoi e che è proprio

vero che ognuno vive trafitto

da un raggio di luce- se gli va bene.

 

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Bellezza

 *

è bello quando il gruppo è unito

e in cielo è soffice il tramonto

è bello anche il Marco ma non solo

è bello anche viaggiare e la canzone

del cuore che suona a ripetizione.

 

*

certo il bello è bello ma come spiegare

allora improvvisa delusione con l’Andrea

uscendo tu entusiasta

dal cinema e lui muto

già adocchiante la pizza? fosse il bello

interiore come dice la Giulia

che pure per ore allo specchio si rimira?

 

*

è bello ciò che non stanca

che non se la mena o t’adombra

è bello ciò che scivola che viene

come l’equazione a incognite

due che dopo un po’ si risolve.

 

*

stasera mi sentivo brutta goffa

che neanche sapevo dove mettere le braccia

ero tutta dentro la giacca ero dritta

piantata  inchiodata agli stivali

ero accento fuori posto: una parola tronca.

 

*

il bello è anche il buono come vuole Platone

o il buono è altra cosa: ad esempio talvolta

la Sara se non fa la stronza è bella

e anche buona; se no è solo bella

-e stronza.

 

*

ma il bello è un valore o è una sorte?

perché diciamo che bella è la montagna?

lei non è come la Giulia: sta là

e di essere bella neanche lo sa.

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Felicità

 

*

sarà tutto un salire, Vale, e avrai

vertigine di cima in cima

con i trampoli tra nuvole

con braccia aperte ad abbracciare

il mare.

 

 

*

il mondo diverso comincia

dai tuoi pensieri: se ci senti

l’aria

dentro, se li senti

alzarsi

in uno schiocco

di dita allora gira

la terra e non è più

un sasso:

 

è terra pensante

che albeggia:è la tua

danza.

 

*

non sarà come sballare non sarà calarsi

non sarà neanche come bere: l’aria

fresca di prima mattina ti farà canticchiare

e avrai voglia…  nulla di preciso

nulla di lontano ma ti piacerà

ogni cosa il verde più cupo

insieme a quello più chiaro

sull’albero di fronte alla casa…

 

*

e quando penserai che verrà da lui

tutta quella luce ricorda, Vale, che da te

si scioglie  tutto il dolce che galleggia

nell’aria e che la musica che viene

dall’alto sei tu e solo tu che la suoni.

 

*

non fissarti, Vale, anche se bello

è stato e neanche ora ti sembra

sia stato mai possibile: nel fiume

in cui ti bagni non è mai la stessa

acqua: tutto scorre e tu con lui.

 

 

*

cambiare cambierai ancora non una

ma mille volte anche dopo e ad ogni

passaggio che ti apre spazio

nuovo ti accoglierà una specie  

di dolore ma è quello della vita:

è il suo sapore

 

 

*

per un attimo -anche solo uno

ti appare che il cielo anche solo

l’idea che si vede dal balcone

è al suo posto con sotto

la terra che si agita in sogno

sognando di lui di spazio di te.

 

*

adesso: non altro che adesso

adesso largo adesso festoso

 

adesso che ti tiene

anche se straripi

 

adesso che sia

sempre così

 

adesso che sa:

è questo l’adesso che verrà.

 

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Futuro

 

*

anche tu potrai ballare spostando

di lato i mobili e i pensieri molesti

fare grande cerchi e bolle di sapone

ripensandolo al saluto a come ti guardava

e non basterà una notte o un cd

per sfinirti ma mille e mille notti così.

 

 

*

sarai quella che sul bus dietro le cuffie

e gli occhi chiusi avrà la sua chiave

per andare di là

                          –lasciando ai sussulti

e alla ferraglia gli inciampi e le buste

della spesa.

 

*

lo riconoscerai dal fatto

che ti sembrerà da sempre

conosciuto e a tua insaputa

da qualche altra parte

cresciuto accanto.


 

*

il libro che leggi, il film che ieri

hai visto, la musica che ascolti

la rabbia che ti fanno gli amici

tutto questo da qualche parte

del mondo sta accadendo

anche a lui, anche lui chiedendosi

quando, trovandoti, tutto comincerà.

 

 

*

non sarà come è per loro: ormai

sei avvertita. nessuno sarà troppo

brusco parlandoti, nessuno ogni

giorno comporrà il suo lamento.

la casa sarà un posto

a cui tornare, la battaglia resterà

fuori, dentro ognuno avrà

una volta per tutte deposto

le armi, ognuno sarà per l’altro, ascolto.

 

 

*

tra un anno o due cominceranno a prenderti

sul serio e perfino loro che sono ciechi

saranno costretti a vedere ciò che la Simo

e la Claudia sanno già da un’eternità.

 

 

*

non solo potrai uscire quando e come

ti andrà

ma ti staranno anche a sentire poi

se vorrai raccontare:

un altro occhio-il tuo- a tavola si aggiunge

e a tutti  il mondo più grande apparirà.

 

*

di certo a tua figlia questo

non dirai né ti sentirà

mai con questa voce

tu farai tutto diverso:

saprai dirle bene così

e così e meglio ancora: così

e così.

 

*

no non sarai un’amica dei tuoi figli

che una madre non è un’amica: quella

è la Simo e forse la Claudia ma una madre

non può essere la Simo o la Claudia: è una

 

che si preoccupa per l’ora

che mette limiti e condizioni

è una che a guardarti

già ti sgama.

 

*

quando starò per conto mio

nessuno laverà mai i piatti: ci sarà tutto

di carta: il piatto, il bicchiere, il pavimento

e il letto: tutta la casa sarà di carta

e sarà nuova ogni giorno ogni mattina.

 

 

*

il fatto è che il futuro come il passato

è travestimento di un presente

troppo grande per poterlo guardare:

è l’astuzia della vita per farsi accettare.

 

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Ingiustizia

 

 

*

anche tuo fratello alla stessa tua

minima età

mi ha chiesto una volta

per strada: ‘perché

i poveri?’

c’è una teoria vecchia

più di un secolo

di certo marx, avrei

detto. o forse dipende

dal fatto – e oggi più

lo credo-

che veniamo da scimmie

ma dalle scimmie il passo

non è stato lungo abbastanza.

 

*

anche la tua amica è mondo

anche il legno del tuo tavolo lo è

 

e mondo è la chiacchiera

al telefono

il tuo silenzio e il tuo broncio.

 

non sarai mai fuori

dal mondo.

 

*

eppure tutta da sola l’hai fatto

il lavoro e l’altra che sgusciando

sbilenca l’ha copiato se ne prende

intera la gloria e il voto. che dirti,

Vale, non è quella la gara vera

non è quello che conta, cosa

non so ma nasce da vita piena.

 

 

*

neanche tu potrai cambiare

il mondo

e forse neanche te stessa.

son cose più grandi di me

e te

messi insieme

Eppure, eppure…

 

*

prima il dominio aveva bisogno

di grandi favole: era cultura

che faceva dell’emancipazione

di tutti la passione di alcuni

 

oggi no: una bomba è disincanto

cade perché cade –come piove.

 

*

il mondo –anche messo così-

è sempre mondo

per chi si sveglia

ed è diverso

ad ogni risveglio di chi nuovo

vi si affaccia.

 

*

le cose non ti salvano

da altre cose

che si accavallano:

le cose son cose

mentre cosa diversa

è il mare.

 

*

non dipende tutto dagli uomini

certo le cose possono anche meglio

andare ma c’è un limite

un’ostinazione dell’umano

come specie a ripetere

l’errore e a farsi male.

 

*

lo vedi anche tu come rode

l’invidia e come abbassa

chi la prova: fa parte

anche lei della dotazione

l’umano è questo

e il suo contrario

e tu sarai questo

e altro.

 

 

*

una sana visione

dell’economia ti risparmia

tempo e retorica:

scassare una vetrina

è solo impiccio per i vetri

 

perciò quel poco di buono

che si può fare tu fallo

e poi: stai lontana dai tetri.

 

*

c’è dell’infantile nella voglia

di potere che vedi negli adulti

in fondo è sempre il gioco

antico del ‘mio-mio’ ma dentro

c’è di più: c’è in quei vecchi armati

tacita l’orrida speranza che mondo

finisca con loro -tirando le cuoia.

 

*

è rapporto di forza e persuasione:

è difficile distinguere nella storia

come l’eccesso dello scandalo

sia stato alleviato e quasi civile

in piccola parte il mondo è diventato

 

ma il pensiero, Vale, nonostante tutto

conta: se non altro per sperare ragionevol-

mente in altro e più giusto stato.

 

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Io son così

 

*

tutti vogliono da te qualcosa

tutti dicono di te che sei questo

e sei quello che assomigli

a questo e a quello

solo tu dici che sei quello

che sei…ma a saperlo, cosa.

 

*

.

sono quella che urla per uscire ma poi

neanche è vero che ho tanto coraggio

e così in piazza neanche si accorgono

di me: allora vorrei davvero sparire:

tanti pianti per nulla, nulla mai cambierà.


 

 

 

*

per piacere ad altri mi tradisco:

in classe, a casa, in piazza, con lui:

sembra che tutti sanno cosa prendere

e cosa dare. ma come fare

a dirlo a tutti che di loro non mi frega

niente? se almeno questo fosse vero…

se sentissi chiaro e netto  che non mento…

 

 

*

anni a chiederti chi sei

e poi anni a fare la parte

e anni ancora -ma dopo-

a scardinare recita

e palco: chi c’è davvero

se ne starà in silenzio

calmo e in ringraziamento.

 

 

*

chi sono un po’ lo capisco da ciò

che non mi piace: cose

da fare persone o posti

dove andare: so solo questo

che questo non mi va e non mi chiedo

neanche perché e per come: mi preme

una necessità di rifiutare e ciò che voglio

chissà dov’è. In cielo in aria –se pure c’è.

 

 

*

t’arrovelli ti contorci e se non balli

scoppi dentro la stanza –che non basta

un libro una telefonata –che non risolvi:

con quelli della piazza non ti trovi:

i ragazzi con le play e le ragazze, poi…

 

 

*

a pensare ma se non pensassi…il male

viene da qui: gli altri neanche ci pensano

ognuno al suo posto ognuno la sua parte

solo io mi sento onda fuori dal mare

solo io non so dove e come stare.

 

*

non importa, Vale, stabilire chi siamo:

è una menata: il sole quando sorge

non si chiede chi è eppure scalda

come la mano che piano ti sfiora.

 

*

quando ti chiedi chi sei, Vale, pensa

che pensarci da soli è pura astrazione:

siamo già sin dall’inizio immersi

in un cosmo piccolo e grande

di relazioni: mille radici mille grovigli

sottili: sono loro che mutando ci fanno.

 

*

quando ti chiedi chi sei ,Vale, pensa

alle nuvole: sono solo vapore

ma fanno il cielo o anche al cielo

che tutto copre senza domande.

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Male d’amore

*

passerà anche questa notte

Vale, anche senza il suo squillo

anche se silente resta e vano

sul tuo letto il cellulare…

 

 

 

*

x ieri: non è che non ti voglio

ma ci voglio andare piano.

insomma o è così o ciccia…

ci vediamo domani in piazza.

 

 

*

pensa che neanche lui sa com’è

e muovendosi verso di te

non ne azzecca una: è che

in due è difficile e ognuno

all’altro questo nasconde.

 

 

*

so che mi hai cercato. c’ho

il numero registrato alle due

di notte. t’ho detto bastava

uno squillo…ma a mezzanotte!

 

*

notte. tutta casa in silenzio

solo il suo squillo

sparato al centro

della testa: verrà alla festa!

 

 

*

questo è solo l’inizio. anzi, è un inizio

ricomincerai anche domani

imparerai ad iniziare e a riconoscere

gli inizi alla prima occhiata.

sarai colei che comincia

e avrai per nome: Aurora.

 

 

*

non vale più di te, Vale, anche se ci sa

fare alle feste e sembra che ci sia solo

lei: c’è sempre stato qualcuno che ha creduto

di vincere schiacciando intorno il mondo

 

non è così: i maschi lo sentono a fiuto

quando si possono fidare e in fatti

di cuore è troppo duro anche per loro

-più fragili di voi-  su questo sbagliare.

 

 

*

come ti fa sentire? È questo che ti avvinghia:

è che lui quando c’è ti disegna e ti dà forma.

come spiegare altrimenti quando non c’è

la tua faccia che lo specchio ti rimanda, vuota?

 

*

la notte ora ha solo

il suo volto e ne soffri.

 

ma le notti, le notti restano

davvero sconosciute: accadranno

miracoli e sarai ancora mille volte

nuova, il tuo nome sarà: Luna.

 

*

giri da sola nel parco chissà perché

giri e rigiri davanti alla panchina

 

attaccata c’è rimasta una risata

ma non è lui è poca cosa: è aria.

 

 

*

non ci cascherò più: è giuramento

solenne che allo specchio

pronuncia una faccia

ridotta a una spugna

e intanto qualcosa mugugna

è rabbia e resa è voglia

che non si rassegna.

 

*

non prendertela con lui, Vale, non è lui

lo stronzo come dici: è che ciò che in alto

ci porta è anche quello che ci fa precipitare:

insieme tirate la corda che vi fa cascare.

 

 

*

non va perso niente, Vale, niente: ogni lacrima

ogni sussulto allo squillo del cellulare: niente.

ma senza di lui la vita andrà avanti lo stesso

tornerà la tua stanza il concerto la pizzata

con la Simo e con quelli della piazza

le cazzate della festa finchè ti diranno

che una volta la Vale era fuori –di testa.

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Miei

*

non saprò mai se non fumo perché

me lo hanno detto i miei o perché

davvero non voglio e intanto sto qui

che vorrei non vorrei proverei

ma poi serve provare se già si sa?

che faccio allora: si fa o non si fa?

 

*

quando s’incazza tua madre, Vale,

guarda in lei che risorge la sua

di madre: è la catena che ti toccherà

spezzare: prendi solerte

nota: appunta  tutto

in memoria e taglia.

 

 

 

*

a dirle tutto per filo e per segno

neanche mi crede:  domani a posta

m’invento una balla una cosa atroce

così vede se non crede che succede.

 

*

con i figli è difficile ché difficile è sempre

con altri che sono veramente altri: non basta

l’amore se non c’è luce

e tanta ne occorre

per districare l’ansia per sé

-che non c’entra-

dal limite reale che nella vita

prima o poi entra

 

difficile è questa parte:

puntare al centro standosene in disparte.

 

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Novecento

 

*

 

(…)

‘come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!’

 

Dino Campana

 

questo è l’ultimo verso di una poesia di Dino

Campana che s’intitola ‘Donna genovese’

è stata scritta all’inizio del secolo scorso

quando Genova era un’altra città e anche il mondo

era un altro mondo e tu ed io, Vale, neanche

c’eravamo. però lo leggiamo che dice:

l’amore fa diventare leggeri –come quando

torni da lui che meno ti pesa lo studio

da fare che appunto è più leggero

il mondo: pensa è leggero e tanto piccolo

da stare intero e muto nelle sue mani.

 

 

 

 

*

‘Parole,

dove il cuore dell’uomo si specchiava

-nudo e sorpreso-alle origini…’

(…)

 

Umberto Saba

 

questo è il primo verso di una poesia di Umberto

Saba che s’intitola ‘Parole’ scritta tra le due

guerre mondiali e che sogna di far tornare

anche per noi di adesso dopo due

guerre del golfo una parola senza

menzogna che dica: ‘questa

è una cosa’ ed è parola vera: pensa

ai tg e alle campagne stampa pensa,

Vale, a questa lunghissima bugìa

che da allora fin qui copre la storia.

 

 

*

‘Come è alto il dolore.

L’amore, com’è bestia.

Vuoto delle parole

che scavano nel vuoto vuoti

monumenti di vuoto. Vuoto

del grano che raggiunse

(nel sole) l’altezza del cuore.’

 

Giorgio Caproni

 

questa è una poesia dal titolo ‘Senza esclamativi’ scritta

nel novecentosettanta da Giorgio Caproni che era uno

che andava al sodo delle cose e senza molto ottimismo

ci dice che anche nel migliore dei periodi della sua

vita –a ripensarci dopo- non fu che vuoto ad essere

vissuto che non resta niente poi alla fine proprio niente

e noi? noi che sentiamo di essere qualcosa mescoleremo

a questo qualcosa un po’ del suo niente? diventeremo

per questo più leggeri e saggi saremo più consapevoli?

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*

‘Mondo, sii, e buono;

esisti buonamente,

fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,’

(…)

 

Andrea Zanzotto

 

questo è l’incipit della poesia ‘Al mondo’ di Andrea

Zanzotto: non ti è mai capitato, Vale, di non farcela

più a pensare se dipende da te o da fuori da quelli

che sono nel mondo, da dove nasce il problema?

pensa allora di aprire la finestra e di rivolgerti

non alla strada ma al mondo intero con questa

specie di preghiera e di esortazione…Anche tu

sai che il mondo non esiste buonamente, eppure…

 

 *

 (…)

‘A queste vie immobili e deserte

a queste case mute sono simile.

Partecipo alla loro indifferenza,

alla loro immobilità’

 

Camillo Sbarbaro

 

‘Esco dalla lussuria’ è il titolo di questa poesia

di Camillo Sbarbaro da cui questi versi scritti

allo scoppio della grande guerra: qui la guerra

è con se stesso e col suo senso di colpa grande

come una casa: anche la città si colora dell’aridità

del suo cuore, come talvolta, Vale, vedi la stessa

piazza col vuoto negli occhi, che noia colma la stanza…

 

*

(…)

‘tutto accogli e scruti

e respingi da te

come il mare. Nel cuore

hai silenzio, hai parole

inghiottite. Sei buio.

Per te l’alba è silenzio.’

 

Cesare Pavese

 

 

alla fine della seconda guerra e della sua

non lunga vita viene questa ‘Hai viso

di pietra scolpita’ di Cesare Pavese: alcuni

versi che ti dicono, Vale, come l’altro

può essere veramente altro e per noi buio

e come la natura si fa mistero ostile:

è verità sconosciuta e insostenibile quella

di più amare chi più da noi s’allontana.

  

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*

 ‘Solo l’amore, solo il conoscere

conta, non l’aver amato,

non l’aver conosciuto. Dà angoscia

 

il vivere di un consumato

amore. L’anima non cresce più.

(…)

 

Pier Paolo Pasolini

 

è del cinquantasei questo ‘Pianto

di una scavatrice’ di Pier Paolo Pasolini: quando

l’Italia si trasformava e non c’era progresso

ma solo sviluppo e in questo il viluppo

di un passato inutile. vedi, Vale, come è il presente

il solo tempo dell’amare: che crescere è avanzare

nell’amore: altra strada non c’è che porre sé

in questione: divenire di umiltà e passione.

 

 *

‘Amore, amore,

lieto disonore’

 

Sandro Penna

 

negli stessi anni questa poesia ‘amore,amore’ di Sandro

Penna, gay nei cinquanta, come un islamico oggi guardato

a vista. e invece lui -così lieve- a noi ci lascia la dolcezza

dei greci e l’aria: toglie l’onore un altro modo d’amore.

 

*

 (…)

‘Io sogno

chiari paesi marini

e grande nostalgia m’invade

di essere in tutti

nello stesso tempo’

 

Paolo Volponi

 

il titolo è ‘A quest’ora’  e Paolo Volponi la scrisse

tra il quarantanove e il cinquantaquattro e se non l’avessi

incontrato quasi quarant’anni dopo oggi meno capirei

questi versi che dicono della sua ragione e sopra

tutto della sua forza di sragione sradicando l’ovvio

in furia dolce e sensuale -biologica antitesi al capitale.

 

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*

(…)

‘Ogni giorno della sua inesplicabile esistenza

parole mute in fila.’

 

Amelia Rosselli

 

‘Propongo un incontro col teschio’ s’intitolava profetica

questa poesia del settantasei di Amelia Rosselli:

è che lei opponeva alla durezza della vita

lo spostamento continuo della mente e la parola cercava

sviando da sé come da una certezza: era l’incerta

lingua l’amo che gettava nel gran mare del senso

ed era vita muta che lei incalzava torcendola a dire.

 

 

 *

 (…)

‘Signorina, noi siamo abbonati

alle Pulizie Generali, due volte

la settimana, ma il signor Praték è molto

esigente –amore al lavoro è amore all’ambiente’

(…)

 

Elio Pagliarani

 

tra il cinquantaquattro e il cinquantasette ‘La ragazza

Carla’ grande poemetto di Elio Pagliarani: nuovo nella forma

e nella sostanza: ci entrava la vita bassa nella poesia

con lingua davvero di ogni giorno:  tutto illuminava

feroce l’ironia di quell’uomo umorale e vero sperimentale.

 

 

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Poesia

 

*

la poesia, Vale, è come una canzone

solo che è scritta sulla pagina

e senza musica che ti aiuta: è come

uno che dice una cosa

venendo chissà da dove

e andando da qualche parte

 

a te non chiede niente

e niente ti vuol dire

sta lì come un albero

o un temporale:

non se ne importa niente

di chi la sta a guardare.

 

*

il poetico non è quello

che tutti sanno

ma una cosa sempre

da inventare

il poetico è un rischio

che non c’entra con la rima

e con il metro: con tutto

lo puoi tentare

potendo fare e disfare.

 

*

la poesia è la vita

e non lo è: è come per le cose

che dici alla Simo

di te e di Marco: un po’

è così e un po’ l’inventi.

 

*

la poesia che fai a scuola

è come quella dei bisnonni

pensa al nonno a come pensa

e pensa ai sogni di allora

le menate dei tempi: la patria

silvia il cor che rugge

la sfiga la speme l’intelletto

d’amore : non è che i nostri

son più fighi perché veri:

a parte la forma son quasi

gli stessi: cori e pensieri.

 

 

 

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Rivolta

 

*

un giorno o l’altro taglierò la corda andrò

a londra o a parigi: farò il sacco con due mutande

e vivrò come capita in mezzo alle bande

con la Simo scappata di casa faremo il cazzo

che ci pare: giorno e notte sempre a fumare

 

(ci prenderanno al macdonald a lavorare?)

 

 

*

ci sono cose che non si possono

tollerare: ad esempio che per miliardi

l’acqua sia un problema  che ancora a milioni

si muoia per fame: per questo incazzarsi

è giusto: è giusto, Vale, anche di brutto, lottare.

 

 

*

da domani non ci parlo più con quelli

di classe: mi scherzano ogni volta

che parlo e per cosa poi? Che c’hanno

paura di una che ne sa più di loro ed è buona

 

(andate tutti quanti  in mona!)

 

 

*

non ci sono più piazze colorate:

la Rete raccoglie il disperso

ma questo mondo, Vale, non è del tutto perso.

 

non lo è mai stato neanche al peggio.

si tratta di insistere e aspettare:

l’anomala ventata si annuncerà sempre

 

dal mare.

 

 

 

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Sapere

 

 

*

ciò che alla fine, Vale, val la pena

di sapere è ciò che con l’umano

ha a che fare: senza un fine

confessabile a nulla vale saper

come fare –anche se è buono

lo stipendio- è il tempo

che conta e i tuoi giorni dentro.

 

*

ciò che impari a scuola è la memoria

di questa parte del mondo: non è gran che

ma è la nostra ed è da questa che parte

anche la tua prossima nuova mossa…

 

 

*

non conta sapere, Vale, molte cose

fare i bulimici della cultura

 

conta fare di poche e buone cose

uno stile e una profonda scelta

 

di vita: il resto è letteratura

 

 

 

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Vita,dopo

 

 

*

notte. i miei di là

che litigano. e noi due

faremo lo stesso, la stessa

fine? scamperemo?

 

*

mi stanno ‘sulle palle’anche a me i prof

anche se oggi sono miei colleghi: nulla

è cambiato da allora in loro, in me. È che

non basta da solo qualche libro: ci vuole

il gusto e di più ci vuole il piacere di fare

il proprio mestiere, di vivere, cioè: (…).

 

 

*

sai,Vale, perché la poesia che viene prima

chiude con quella sospensione tra parentesi?

Perché le parole non ti diranno mai la vita

anche se le usi e le ascolti e ti commuovi

le parole sono solo parole e noi vogliamo

che ‘le parole non siano solo parole’ (…).

 

 

*

oggi ho sgamato il prof col cell

che digitava- a cinquant’anni-

cosa? alla moglie:  ‘hai fatto già

la spesa? ci vado io?’ o che, se no?

 

*

non si sa poi come e cosa davvero

uno diventa: c’è sempre una scusa

a giustificare una viltà o una mancata

scelta: si dirà per i figli o per lavoro

si dirà per la guerra o per la pace…

si dirà questo oppure no, si farà

davvero…

cinquant’anni di cose e stati

d’animo di risvegli e di attese

cosa si sarà capito, cosa no…

cinquant’anni, Vale, per la vita,

sono ancora niente.

 

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*

è incredibile, Vale, come solo

gli occhi, a volte, restano

giovani in facce che sono volti

di vecchi: è una luce, un modo

dolcemente folle di entusiasmo:

è come se, smagrito il resto,

con la ‘cognizione del vero’

di tutti gli amori fosse rimasto

l’inizio…come il tuo di adesso.

 

 

*

la vita, dopo, è ancora la vita.

la stessa che senti ora davanti

proprio lei, anche dopo, sempre

ci sta davanti –solo questo

forse, dopo, è diverso:

che il saperlo, intuirne il quanto,

il poco, è un dolore da non sapere

fin lì quanto…

 

 

*

all’inizio puoi anche come prendere

rincorsa per volare

poi si tratta di stendere bene braccia

e gambe dar di muscolo

e coraggio

ma poi adesso –te lo dico

in confidenza- per me

è come gustare è come nuotare

in un lago di presente che rallenta.

 

*

le cose come le immaginavamo, le cose

come sono state: pensa, Vale, da giovane

ero convinto che non avrei scritto

più poesie sposandomi o avendo tranquillo

un lavoro: e questo può anche valere

per la cazzata che il matrimonio è tomba

dell’amore: non sappiamo la vita com’è

né come sarà – e meno male.

 

 

*

la vita dopo non cessa di farti domande

solo che le risposte le devi proprio

inventare e quelle che già ci sono

servono a poco o a niente: ma quel niente

e quel poco occorre attraversarli

e consumarli tutti: sono di tutti sono degli altri.

 

*

forse questo libro per te, Vale, è come

la canzone di Vasco, non te  l’aspettavi,eh?

forse questo libro è mio Lavoro da fare

il libro per grandi che ho interrotto

per far spazio a te…Si, questa è poesia

da fare: mostrarti, Vale, che la poesia vale!

 

2003

 

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