La poesia di Biagio Cepollaro

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versi nuovi (antologia sonora)

Biagio Cepollaro, poesiva: accadono, 2002.

INDICE

Nel tempo e dietro

Per ogni giorno

 
 
Da: Nel tempo e dietro

 

                            ma come sorriso che risale

                            a galla vieni da noi

                           dal fondo dell’onda più alta

                           non come pensiero  

 

                          che ciò che oggi desideriamo

                          è uscire un poco dall’ignoranza

 

                          e per questo chiniamo la testa

                         e per questo chiniamo la testa

 

 

 

I  (il tempo, dopo)

 

*

 

servirà a qualcuno tanto dispendio

di parole?

farà luce dove prima era solo

buio?

a cosa altrimenti e perché tanto chiacchiericcio

stampato o mandato

in onda?

 

niente: bisognerà non ambire

a tanto

ai tanti: lo vedi da te come è affollata

la mente

e quanto in realtà vale appunto

niente

o forse è proprio questa la truffa:

valutare... valutare ancora cosa c’è

nella mente: ancora distrazione                                         

 

e allora

cosa potremmo dire alla fine

diremmo sbagliando

che si perse molto tempo

 

 

non dovremmo dire nulla: ma detto

riconquistare silenzio

come se appunto non avessimo

detto nulla

o non fossimo stati noi

a dire

ma un si dice che era

nelle cose (come secolo

di storiche utopie che possono fallire

nel sangue o in ore

di televisione o semplicemente perché

il bene viene prima

di ogni sua materiale

condizione: e noi non fummo pronti

come specie

e se terra

nacque da stella nostra bellezza

non fu pari alla ferocia: la scimmia

che ci turba non c’incalza

ci precede)

 

così puoi vedere la vittoria

del capitale su scala globale come scacco

dell’intera specie come difetto

greve dell’evoluzione:

                                    forse per questo

sempre più si biologizza il male e nasce

imbarazzo nuovo nell’apparente

neutro di scienza a fronte di incerta

morale

 

e allora se c’è del marcio

nella scienza marcio nella morale

dove trovare il bene? È che sin dall’inizio

compimmo errore di dare

peso e consistenza

al chiasso della mente e quella volta

che le cose sembrarono risponderci

ne ricavammo universale

presunzione

fino a dire legge

di natura 

una fisica locale

ed era ancora angoscia

di morire o di sentirsi

astronauta a cui si stacca

                                        il filo

                                                che lo tiene

                                                                  alla nave

                               né sopra

né sotto

                                       né davanti né dietro

                              solo freddo

e aria

 

che manca

 

 

                diremo : ringraziamo ancora                    

                per come è andata

               per i  nostri morti

               che furono troppo

              solleciti

              e per i vivi che non sappiamo

              ancora salvare

             dalla distrazione  

 

 

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per ogni giorno

 

 

dovrei dire anch’io a quarant’anni ciò che a venti

non si poteva dire chè ti viene naturale all’inizio solo

quello che hai sentito dire       il resto

che conta

 

nessuno te lo dice ci devi

sbattere per poi scoprire

che anche un applauso ti porta

fuori

strada che debole

è la via

e veramente oscura            e chiesi

 

come fare

ad avere mente

ordinaria

 

 

sale la collera

lasciando indietro la testa

sale

per visceri aggrovigliate e muove una specie

di voce che fa della voce

grugnito

 

e dormendo si fa avanti la preistoria

                io ci vorrei parlare

col rettile cervello non è male in lui gli fa male

solo il silenzio

 

ma come fare ordinaria

la mente                   e la domanda

su solco sbagliato

che non c’è solco né pista che non c’è disco

su cui girare e nulla gira

intorno né si muove a spirale non lo puoi

prevedere         si muove

e basta

che il bene non è fatto

di  volontà la storia che uno

decide

 

delle sue azioni sembra davvero se s’impegna

trattiene la mano non preme il pulsante ci dovrebbe essere

sempre rosso

 

telefono che puoi fare scoppiare la bomba dicendo tra venti

minuti arrivano missili hai giusto il tempo di armare

e forse spedirli da questa parte

 

 

 

tutta la vita a cercare di vivere

dentro

il giorno
è strano come crescendo

o invecchiando

è strano

come si vada dal grande

presunto al piccolo

come colui che chiese:

 

maestro, e ora che devo fare di tutto

 

questo

 

 

                              vuoto?

                                       

 

e il maestro rispose:                            gettalo via

                     oppure

fallo.

                           

che il vuoto

non è veramente vuoto finché lo tieni in mano con le mani

a coppa

allora gettalo

                   via che non ti serve

a niente che è ancora

qualcosa

e chiesi

come questo s’illumini e che il vivido

dello scorcio in un’ora

della casa

o la confusione al bar per chi paga

si faccia  vivido       come insomma il vivo

abbia luce

 

intanto continuo anche in pieno giorno a fare

 

                   buio                                                                                  1998

 

 

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