Biagio
Cepollaro, lettura al Refuge di Marsiglia
INDICE
Le vie
del torace
La penna affonda come
un'unghia
Le parole le danno le
cose
Anche a tenerti
aperta
Le
vie del torace
1.
cercando
mano la morsa le dita che tengano
strette
volubili verità quelle dei sogni
o circuite
da
incredibili geometrie (il tempo scorre
tra
quelle dita) dopo venezia hanno città
sapore
d’acqua
sciogliendo
linee e corpi rossi in dissolvenza
pur
di affidarmi l’opera blocchi portati a spalla
cristalli
umano
si manifesta si perde in gioco lo stesso
gioco
puntellare un centro contrastare vertigine
e implosione
2.
solarità
d’intenti le vie del torace o piuttosto
selvaggio
non cale delle parole muto il sole
dell’animale
o
anche te nuda da riscoprire (grande salute il mare
se
basta ultimo mito il male ai denti ad incrociare
viltà
e
spossatezza) il modo volume la linea a guardarla
opaca
e assente quante azzurre-dolci disegnate
a
penna
indelebili
quante perdute a cielo aperto altro
vorrei
per le mie gambe e i muscoli potendo ancora
accarezzare
3.
meccanismo
inceppato (non solo del senso
ma
dei corpi premendo sul petto perdere così
memoria
sfigurato
ogni disegno ad essere non può sostare
altrove
ma giacca camicia ai piedi del letto
sono
feticcio
e specchio faccio parte del sonno
sognando
centro di strada perso intorno guardando
scrittura
inceppata
groviglio intestinale occlusione del senso
pensato
ma morta sul selciato la coda ebbe nuova
nascita
4.
pesa
sugli occhi moltiplica capelli li fa neri e forti
dai
capelli al torace pelle come un tempo spiaggia
e canne
finché
lirica segni attimo propizio in equilibrio
precario
del solo occhio che guarda l’altro
cieco
ecco
si definisce l’atto di poesia non ti chiedo
altro
che essere tornando rossa dissolvenza
disgela
angoscia
tenera si fa spazio e genera così
la
terra inghiotte e respinge in bilico tra giorno
e notte
5.
credere
nel segno e nausea del senza corpo
d’inchiostro
e sono lampi tornando torace bruno
ecco
parola
scandita finché mano la morsa le dita
parola
impaurita come un tempo spiaggia e canne
bianca
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la
penna affonda come un'unghia
la
penna affonda come un’unghia
(stringi tra le gambe
scrittura tesa e panico)
bianco il fondo del mio viaggio
(pagina e pelle)
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le
parole le danno le cose
le
parole le danno le cose
(l’edera
fa la storia dei muri
i parlanti
sono marchiati
(la balbuzie
lo so viene dalle crepe dei muri
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anche
a tenerti aperta
anche
a tenerti aperta
(e tento così
ma quante immagini possibili?)
tra il prima
e il poi non c’è cosmo
gonia
(torna
a
non spiegare nulla il sole)
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