Parte Prima, 1
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I
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forse siamo stati come quelli che danno
un’occhiata
al ristorante
e non entrano.
intanto i cani al giardino
del parco
riconoscono a fiuto l’erba
che li cura e giungono cose
nella testa – anche quando
si cammina per strada
che uno neanche se l’immagina-
cose che poi sogna tutte alla rinfusa
cose alla rinfusa
che però ci parlano
così non guardavo in alto ma a mezza altezza
che la mente è larga larga di cose
che fanno a pugni e uno
ci deve mettere prima
o poi la pace
e ci entra tutto ma davvero tutto
e sono tanti i vicini
che ascoltano
senza approvare
e tanti i vicini
che chiamiamo perché ascoltino
(o che credono di ascoltare
o, che è lo stesso, che noi crediamo
che ascoltino: se si può solo
riconoscere è per continui
travisamenti. come in sogno,
appunto)
e allora abbiamo detto all’anima di farsi avanti
che noi poi ci facciamo
un bel lavoro
si, ci son cose che lei preferisce
non pensare
così come ci son cose
che noi preferiamo non sentire:
ma è dalla sua acqua che il fiume s’ingrossa
e si sa che l’acqua
è segno di pericolo (pericolo
di chi si trasforma: dunque l’acqua
è dappertutto…)