Parte Prima, 1

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I

 

*

 

forse siamo stati come quelli che danno

 

     

         

un’occhiata

al ristorante

e non entrano.

 

intanto i cani al giardino

del parco

riconoscono a fiuto l’erba

che li cura e giungono cose

nella testa – anche quando

si cammina per strada

che uno neanche se l’immagina-

cose che poi sogna tutte alla rinfusa

cose alla rinfusa

che però ci parlano

 

così non guardavo in alto ma a mezza altezza

che la mente è larga     larga di cose

che fanno a pugni e uno

ci deve mettere prima

o poi la pace

e ci entra tutto ma davvero tutto

e sono tanti i vicini

che ascoltano

senza approvare

e tanti i vicini

che chiamiamo perché ascoltino

 

(o che credono di ascoltare

o, che è lo stesso, che noi crediamo

che ascoltino: se si può solo

riconoscere è per continui

travisamenti. come in sogno,

appunto)

 

e allora abbiamo detto all’anima di farsi avanti

che noi poi ci facciamo

un bel lavoro

si, ci son cose che lei preferisce

non pensare

così come ci son cose

che noi preferiamo non sentire:

ma è dalla sua acqua che il fiume s’ingrossa

e si sa che l’acqua

è segno di pericolo (pericolo

di chi si trasforma: dunque l’acqua

è dappertutto…)